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Il Genepy

Aggiornamento: 27 dic 2021

Il Génépy è un liquore valdostano prodotto con l’artemisia glacialis. Si tratta di un’erba alpina raccolta nelle morene dei ghiacciai ad oltre 2000 m di quota. Una volta selezionata ed essiccata, dà origine a un profumatissimo distillato dalle note proprietà digestive.



L’antica produzione del génépy è di stampo artigianale e segue fedelmente la tradizione degli antichi distillatori valdostani. Dalle origini, il liquore è prodotto senza aromatizzanti né coloranti, ma distillando accuratamente infusi di preziose erbe alpine. Si tratta dunque di liquori naturali che conservano le proprietà benefiche della montagna. La tradizione montanara ha da secoli riconosciuto le proprietà benefiche dell’Artemisia utilizzandole come digestive, diuretiche e antisettiche.


Il Génépy è da sempre conosciuto dai montanari valdostani che hanno per generazioni tramandato ricette di infusi e liquori a base di queste erbe. Il distillato è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale come da art.8, D.L.30-04-98, n.173.


L’Artemisia è una piccola pianta aromatica tipica delle zone di alta montagna. Cresce sulle Alpi occidentali ad altitudini comprese tra i 1700 e i 3500 metri. Il liquore ha colore giallo verdolino, profumo balsamico e gusto pieno e amarognolo. Il liquore si produce ottenendo una tintura o un alcolato. In seguito si miscela il tutto con acqua, alcool e zucchero fino a ottenere la giusta gradazione alcolica e il giusto tenore zuccherino. Trattandosi di un digestivo, parte dello zucchero può essere glucosio purissimo. Riguardo all’alcolato, la parte migliore delle piantine – seccata e sminuzzata in alcol per alcuni giorni – viene poi messa a macerare ottenendo un infuso (una tintura). Con il processo di distillazione, vengono eliminate tutte le impurità facendo risultare un’essenza da un intenso profumo aromatico. Successivamente vengono aggiunti acqua, alcol, zucchero e/o glucosio. A questo punto il distillato inizia a invecchiare fino alla giusta maturazione.

In Valle d’Aosta quasi ogni famiglia ha un “produttore” di génépy. Come tradizione vuole, le piantine vengono raccolte pazientemente per poi essere trasformate secondo ricette conservate gelosamente. Il liquore è condiviso con parenti e amici solitamente accompagnato da dolci tipici valdostani. Nel dialetto di molte zone delle Alpi centro occidentali “Génépy” è il nome, di probabile origine celtica, di un’erba di montagna: l’Artemísia Glacialis. La piantina cresce in estate, oltre i 2000 metri, sui terreni morenici che i ghiacciai lasciano scoperti durante le loro cicliche ritirate.


Il Génépy viene consumato liscio come tonico o digestivo. Con aggiunta di ghiaccio o seltz, si trasforma in un’ottima bevanda dissetante e insieme ad altri ingredienti può essere la base di gustosi cocktail. Si assume per tradizione a fine pasto, per assaporarne appieno le note aromatiche e digestive.


Dove il Genepy è vietato

Il tujone è un terpenoide, una biomolecola prodotta dall’Artemisia absinthium e, in piccola parte, da altre specie di Artemisia, che in grandi quantità risulta tossica per l’uomo. Ne abbiamo sentito parlare soprattutto in relazione all’assenzio, bevanda ritenuta per molti decenni pericolosa per i suoi effetti psicotropi. In realtà quella dell’assenzio come bevanda che rende “folli” è un mito: non ci sono mai stati studi che provassero in modo definitivo se l’absintismo, la patologia che a inizio Novecento portò a classificare come illegale la bevanda, fosse in realtà “semplice” alcolismo o meno. La concentrazione di tujone nella bevanda è infatti sempre stata molto bassa: non era sicuramente quello a provocare i sintomi nei bevitori, bensì il consumo esagerato di alcol.


Le quantità massime, stabilite per legge, di tuione nel genepy sono di 35 mg per litro, molto al di sotto della soglia considerata “di rischio” per la salute dell’uomo. Eppure in alcuni paesi, come gli Stati Uniti o il Cina, non si può esportare il genepy.

 
 
 

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